La rivoluzione Enel

Enel chiude 23 centrali e le riconsegna al territorio: una occasione straordinaria per il paese di recuperare aree progettandone nuovi usi.

a cura di Roberto Meregalli

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Con l’avvento di Francesco Starace alla guida di Enel (maggio 2014), la politica dell’ex monopolista elettrico ha subito una decida sterzata. Il nuovo amministratore delegato, in una audizione al Senato nell’ottobre dello stesso anno, spiegò che in uno scenario così rivoluzionato, come quello della generazione elettrica, Enel doveva chiudere senza esitazioni ben 25 mila MW di centrali termoelettriche, divenute ormai una zavorra difficile da sostenere.

Eccesso di offerta di elettricità, calo dei consumi, aumento della generazione rinnovabile sono l’origine di questa colossale iniziativa di chiusura di centrali che hanno fatto la storia del nostro Paese.

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2 commenti su “La rivoluzione Enel”

  1. Siete sicuro che la chiusura non dipende Dal fatto che per supplire alle carenze notturne anziche accendere le centeali a gas non compriamoninvece energetica nucleare dalla Francia?
    Non e che in vistaa di questa chiusura e stato completato il famoso e costosissimo cavodotto con la Francia?
    Che si dice di cio?

  2. Finalmente notizie positive… Nell’immobilità politica e intellettuale, serve l’intuizione del singolo. Ed il fatto che stavolta sia merito di un AD nominato dalla nostra intrallazzata politica, è una piacevole eccezione, come un raggio di luce nel buio. Forza Starace (stavolta).
    PS: pietà per i nostri sindacati, che invece di discutere su come riconvertire gli impianti ed il personale mantenendo la gente al lavoro, guardano solo ad un palmo dal naso. Ma loro, lavorano in perdita?

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