25 aprile a Milano: Aprire gli occhi. Aprire Corelli

Centri di detenzione per stranieri: Apriamo gli occhi! Abbiamo il diritto di sapere!

Ad oggi, nella maggior parte di Paesi europei, l’accesso dei giornalisti e della società civile nei luoghi di detenzione dei migranti è limitato e controllato. Questa mancanza di trasparenza e di controllo democratico favorisce abusi e innumerevoli violazioni dei diritti umani e di difesa di persone occultate fino a 18 mesi senza aver commesso nessun reato. Di cosa succeda all’interno dei Cie non si sa nulla, se non le poche notizie che trapelano (tentativi di suicidi e rivolte).

L’Art. 21 della Nostra Costituzione e l’Art. 11 della Carta dei diritti fondamentali fa riferimento alla “libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza chi vi possa essere alcuna ingerenza dell’ autorità pubblica”. L’accesso all’informazione è un diritto inalienabile dei cittadini.

Senza un’informazione libera di poter informare, alla società civile e a un paese intero vengono sottratti i fondamentali strumenti di democrazia. La nostra democrazia non può arretrare di fronte a nessun muro e alla sistematica censura di Stato.

In Europa nel mese di aprile 2012 è stata lanciata la campagna “OPEN ACCESS NOW”, per riportare la pubblica attenzione sul tema della detenzione amministrativa. La città di Milano, che ospita in un assordante silenzio dal 1998 il CIE di Via Corelli, vuole e deve rispondere alla campagna “OPEN ACCESS NOW”.

Lo faremo il 25 aprile – data storica per la nostra democrazia – chiedendo alla Prefettura di poter entrare in Corelli e rispondendo all’appello del Comitato Antifasciata “Uscire dalla crisi con più socialità, uguaglianza e diritti”: parteciperemo al corteo con con uno striscione “Aprire gli occhi Aprire Corelli” e con nastro isolante sulle nostre bocche a testimonianza del disumano rimpatrio dei due ragazzi algerini.

Invitiamo tutti i cittadini e le cittadine, le organizzazioni antirazziste, le associazioni di migranti, la società civile tutta a partecipare alla manifestazione con noi.

Buona Liberazione a tutte e tutti!

Per informazioni e adesioni: scovazzi@arci.it

Organizzano: Coordinamento Cie di Milano, Osservatorio Carcere e Territorio di Milano, Camera Penale di Milano, Circolo ARCI/ANPI “Tom Benetollo”, ARCI Milano, Rete immigrati Autorganizzati, Antigone Lombardia, CGIL Milano, CNCA Lombardia, ASGI Lombardia

21 aprile: Iniziativa di lancio della campagna “pRIOrità futuro”

scenaRIO futuro

Iniziativa di lancio della campagna

21 aprile 2012 – h. 14–19 – Teatro Valle Occupato – ROMA

Scarica la locandina

Rigas, la Rete Italiana per la Giustizia Sociale ed Ambientale, lancia verso il Vertice di RIO +20 che si terrà in Brasile nel prossimo giugno, la campagna “pRIOrità Futuro – i Popoli per la giustizia ambientale e sociale”.

Dopo due decenni di fallimenti dal precedente Summit della Terra di RIO del 1992 e sotto la scure dell’attuale crisi che lungi dall’essere soltanto economica e finanziaria è soprattutto ecologica, le reti sociali si riuniranno ancora una volta parallelamente al vertice governativo per discutere e promuovere la propria alternativa al modello attuale. Un’alternativa costruita attorno alla giustizia ambientale e sociale, la democratizzazione dello sviluppo, la riconversione ecologica, che RIGAS porterà a Rio riaffermando che la priorità è appunto pensare al futuro. Promuovendo un percorso di informazione, discussione, mobilitazione e articolazione di proposte sui temi della giustizia ambientale e sociale e sulla necessità di operare una transizione verso un modello fondato sulla giustizia, Rigas si fa portatrice delle istanze di sindacati, comitati, centri di ricerca, organizzazioni sociali e ecologiste, università.

La campagna verrà lanciata dall’evento “scenaRio futuro” che si terrà a Roma, al Teatro Valle Occupato sabato 21 aprile a partire dalle ore 14.00. L’iniziativa intervallerà interventi di rappresentanti delle organizzazioni sociali, del mondo della cultura, dell’informazione, dei sindacati e contributi artistici.

Tra gli interventi:

Mario Agostinelli/Energia Felice – Andrea Alzetta/Action – Raffaella Bolini/ Arci – Paolo Cacciari/Rete@sinistra – Danilo Chirico/daSud – Angelo Consoli/Cetri – Giuseppe De Marzo/A Sud – Livio De Santoli/Citera – Federico Del Giudice/Rete della conoscenza – Marica Di Pierri/CDCA – Marco Gulisano/ Amig@s MST – Francesca Koch/Casa Internazionale delle Donne – Maurizio Landini/FIOM – Mattia Lolli/comitato 3e32 – Fulvio Molena/Valle Occupato – Emilio Molinari/Contratto Mondiale dell’Acqua – Roberto Natale/FNSI – Maria Pia Pizzolante/Tilt – Marco Revelli – Mimmo Rizzuti/SEM Sinistra Euro Mediterranea – Raffaele K.Salinari/Terres des Hommes – Carla Ravaioli – Patrizia Sentinelli /Altramente – Luca Tornatore/Ya basta – Guido Viale – Alex Zanotelli

Contributi artistici di:

Ascanio Celestini, Ulderico Pesce, Tete de Bois e in più.. incursioni artistiche del Teatro Valle Occupato

Info e contatti: www.prioritafuturo.itwww.reteambientalesociale.org

L’energia di Monti sotto il segno della Bce

di Mario Agostinelli – Il Fatto Quotidiano online – 16 aprile 2012

L’intervento di Corrado Passera a fine marzo rappresenta uno dei primi segnali della volontà del Governo di affrontare il tema dell’energia nella sua complessità. Il ministro ha insistito su tre linee di messaggio: attribuire grande importanza all’efficienza energetica; ridimensionare il contributo alle fonti rinnovabili, considerandole complementari e non certo sostitutive dei fossili; raddoppiare la produzione nazionale di idrocarburi e fare dell’Italia l’hub del gas in Europa, lasciando sostanzialmente inalterata la dipendenza del sistema dei trasporti dal petrolio.

Passera conta non poco ed è assieme a Monti l’uomo più vicino alla filosofia della “troika” (Bce, Fmi, Commissione Ue). Sicuramente condivide la funzione che il mondo finanziario ha ancora ultimamente assegnato al nostro Paese nella divisione internazionale della produzione (e del lavoro). Ruolo rigidamente previsto, per cui l’Italia diventerebbe, con il sostegno del fondo per la sicurezza energetica messo a disposizione dalla Ue, il punto di transito e di stoccaggio di gas e petrolio per l’Europa. Oltre a diventare il luogo di concentrazione della logistica per le merci di passaggio dai nuovi centri di produzione (il progetto della Tav Torino-Lione è del tutto coerente con questa logica).

Per il freddo calcolo dei banchieri al Governo una politica energetica “low carbon” è da sognatori e il ripensamento imposto dal referendum un incidente da metabolizzare quanto prima. In effetti, c’è intima coerenza tra l’azione e la speculazione del mondo finanziario e il sostegno al modello energetico attuale. Ed è fuor di dubbio che il sistema delle grandi banche tragga profitto dal rallentamento e dalla non diffusione delle fonti rinnovabili.

Basta ragionare sulla struttura di un mercato collaudatissimo. Per il brent, e in parte il gas, si è costituito un mercato nel quale si fa finta di comperare e vendere barili di petrolio in base a scambi che dovrebbero fissare il prezzo di tutti i tipi di petrolio prodotti nel mondo. Ma non si tratta di scambi in materia: si comperano e vendono semplicemente dei contratti di carta, che nominalmente fanno riferimento a un volume “teorico” di petrolio (1000 barili per ogni contratto), ai quali non è associata la proprietà effettiva di alcuna merce. Ogni giorno, come documenta G.B. Zorzoli, si effettuano transazioni per un ammontare di circa 500 miliardi di dollari, in un mercato non trasparente, in mano alle maggiori istituzioni finanziarie mondiali che, spostando masse monetarie gigantesche, riescono a influenzarne l’evoluzione.

I grandi manovratori dei mercati finanziari hanno quindi a disposizione un’enorme massa monetaria che attrae o respinge investitori, generando profitti incommensurabili. La liquidità per queste operazioni è resa disponibile dai grandi istituti di credito, che non finanziano più le attività delle imprese, perché investono di preferenza al di fuori dell’economia reale le enormi somme che la Bce ha messo loro a disposizione a interessi irrisori. Somme formalmente elargite per comprare titoli di stato ma, di fatto, dirottate in ben altra direzione. Perché mai impiegare denaro, dato praticamente gratis in prestito, per comperare bond che fruttano il 4-8%, quando lo stesso denaro può rendere il 30-100% se va a finanziare il settore delle fonti fossili? Cosa c’è di più insidioso del progetto di sostituzione delle rinnovabili al sistema attuale?

L’attuale Governo non è certo nato per rinunciare a un gioco con una posta così alta, ma per farne parte. E non ipotizza neanche di lanciare una politica industriale di riconversione ecologica che, ponendo al centro rinnovabili e mobilità sostenibile, richiederebbe linee di credito trasparenti e basate sul consenso sociale. Perché cambiare, quando la “manna” del petrolio e del gas può giungere alle bocche dei soliti investitori con il corredo ulteriore di nuove centrali, condotte, navi, rigassificatori, stoccaggi sotterranei, perforazioni senza tregua? Il futuro per l’Italia è il riciclo del passato, come nei fatti sostengono Scaroni e Gros-Pietro (manager energetici intramontabili sotto qualsiasi governo politico o tecnico si sia succeduto), quando fin da ora optano per il gas non convenzionale (shale gas), che peggiora il bilancio di CO2, ma nelle loro speranze allontana nel tempo la parity grid a cui tende il temutissimo fotovoltaico. Dove è finita la lungimiranza di cui tutti invochiamo il ritorno, quando riflettiamo sulla crisi climatica e occupazionale? C’è la crisi – ci viene ripetuto – e la crisi la devono pagare sempre gli stessi. Ne deve uscire intatta solo l’imprevidenza che l’ha generata.

18 aprile: Salviamo il futuro delle rinnovabili

Il 18 Aprile in piazza per le energie pulite

Piazza Montecitorio, Roma – ore 11:00

Le fonti pulite stanno cambiando il sistema energetico italiano con vantaggi che diventano sempre più evidenti in termini di produzione (che ha raggiunto il 26,6% rispetto ai consumi elettrici nel 2011), di riduzione delle spese legate al protocollo di Kyoto, di creazione di oltre 100mila nuovi posti di lavoro, ma anche economici complessivi per il Paese e oggi anche di riduzione del costo dell’elettricità nel mercato elettrico all’ora di picco grazie al solare.

Questa prospettiva è in pericolo, proprio perché sta mettendo in crisi i grandi gruppi energetici e gli impianti di produzione di energia elettrica da carbone, petrolio e gas. È in corso una campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi e gli impatti in bolletta di questa crescita e non gli enormi vantaggi per il Paese, i cittadini e le aziende da una prospettiva di investimento in un modello energetico pulito, efficiente, distribuito. Purtroppo, invece di approvare i decreti attuativi per le rinnovabili termiche e quelle elettriche (fotovoltaico escluso) che si attendono da settembre, ora si parla di tagli radicali degli incentivi per il fotovoltaico con un, nuovo, quinto conto energia e di limiti e tagli per tutte le altre fonti. Soprattutto, si vuole mettere tetti annui di spesa e registri per ogni tipologia di impianto che non sia domestico, togliendo ogni certezza agli investimenti.

Il mondo delle rinnovabili, le imprese nate in questi anni, gli oltre 100mila nuovi occupati, le associazioni di settore e ambientaliste scendono in piazza per contrastare questa prospettiva. Non è accettabile che decisioni di questo genere vengano prese senza un confronto trasparente e una seria analisi costi/benefici. Soprattutto, noi pensiamo che le rinnovabili debbano essere al centro del futuro energetico dell’Italia.

Invitiamo tutti a manifestare il 18 aprile a Roma e ad aderire all’iniziativa scrivendo a: energia@legambiente.it (Aderisco alla manifestazione del 18 aprile – Salviamo il futuro delle rinnovabili)

17 aprile: Giornata internazionale delle lotte contadine

Il 17 aprile è la giornata internazionale delle lotte contadine, che ricorda il massacro di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia in Brasile, nel 1996. Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti.

“La Via Campesina (coordinamento globale delle organizzazioni contadine) lotta per fermare l’accaparramento di terre (land grabbing) e rivendicare la terra che ci è stata sottratta. La terra deve stare nelle mani di chi la lavora!”

 

Incontro pubblico alle ore 21 presso UNITRE – Aula Conferenze 7 (I° piano)

via Ariberto 11 – Milano (MM2-S.Agostino/P.taGenova)

Introduce

Massimiliano Lepratti – ricercatore e musicista Intervengono

Raffaele Masto – giornalista di Radio Popolare, anche presentando il suo recente libro “Buongiorno Africa” (Bruno Mondadori – 2011)

Antonio Lupo – Presidente del Comitato Amig@s MST – Italia

Alfredo Somoza – Direttore di Icei e Dialoghi.info

Silvana Galassi – Prof. ssa di Ecologia della Univ.di Milano – Comitato milanese per l’acqua e Associazione Yacouba per l’Africa (VA) su: ” Chi ruba l’acqua all’Africa”

Proiezione di un video di Chico Buarque e di un video sul land grabbing

Renato Rossi – agronomo porta un saluto del direttivo di Aiab Lombardia

Coordina: Gino Perri di Metromondo

Promuovono: Comitato Amig@s Movimento Sem Terra, Arci Metromondo, Fratelli dell’uomo-onlus, ICEI (Istituto Cooperazione Economica Internazionale), Dialoghi.info