Ritengo i referendum che non sono arrivati al quorum un punto di ripartenza difficile ma ineludibile dentro una crisi angosciante non solo della sinistra ma più complessivamente – per usare una parola adeguata al momento storico – dell’umanità, esposta ad appuntamenti determinanti, se non decisivi.
Non è certo una nota che può inquadrare un tema così complesso, ma qui può bastare un aggiornamento per svelare un equivoco che i “vincitori” propugnatori della diserzione dal voto vanno accreditando. Secondo la loro vulgata siamo ad un “prendere o lasciare” sui temi del lavoro e della cittadinanza sulla base di chi non si è recato alle urne, dimenticando che oggi la compagine di governo esplicitamente tradisce la consultazione di quattordici anni addietro sul nucleare non certo inficiata – come accampano i detrattori – “dall’emotività” seguita al disastro di Fukushima.