L'inutile SEN

L’inutile SEN

a cura di Roberto Meregalli

Il 10 maggio in audizione alla Camera, il ministro Calenda, insieme al collega Galletti, ha presentato la nuova strategia energetica nazionale (SEN). Quarantasette slide per elencare obiettivi in materia di sicurezza, decarbonizzazione ed efficienza per l’anno 2025.

Competitività, ambiente e sicurezza sono i tre pilastri della nuova SEN, esattamente gli stessi di quella 2013 (ma nel 2013 ce n’era un quarto: favorire la crescita economica attraverso lo sviluppo del settore energetico). Competitività significa prezzi dell’energia in linea con quelli dei “concorrenti” europei, ambiente allineamento con i target europei, sicurezza significa diversificazione dei fornitori di gas perché più sono e meno siamo dipendenti da uno di essi.

La prima sensazione vedendo questa presentazione è quella di trovarsi di fronte ad un documento che recepisce i cambiamenti in atto nel settore energetico unitamente agli obiettivi europei in tema di ambiente e nulla più. Il che francamente risulta molto deludente e riconferma i dubbi di coloro che si chiedono quale utilità pratica abbia questa nuova SEN. La precedente non ne ha avuta alcuna e chi ha memoria ricorda che anche i vecchi PEN (piani energetici nazionali) non ebbero mai un ruolo efficace, anche perché lo Stato aveva potere solo su Eni ed Enel, oggi ne ha ancora meno e dalla partecipazione a queste due imprese chiede solo i massimo ritorno economico possibile.

Ma torniamo a quanto presentato da Calenda; sul fronte dell’efficienza si sottolinea come le misure relative al settore residenziale siano troppo costose, parliamo delle detrazioni fiscali, per cui se ne prevede una revisione che probabilmente mirerà a concentrare le risorse verso interventi strutturali sugli edifici, di positivo però l’annuncio di un fondo di garanzia per eco-presiti prendendo come modello quanto realizzato in altri paesi europei.

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