Pdl e Lega, sì alle centrali nucleari in Lombardia

Con il voto contrario alla mozione di Pd, Sel e Pensionati, il centrodestra ha chiarito una volta per tutte la propria posizione

Una cosa, da oggi, è chiara a tutti i lombardi. Pdl e Lega, senza ulteriore possibilità di smentita, sono favorevoli al nucleare e alla realizzazione di una centrale sul territorio regionale.

Con il voto contrario alla mozione presentata da Pd, Sel e Pensionati che chiedeva di dichiarare la Lombardia inidonea a ospitare un impianto atomico hanno una volta per tutte chiarito la propria posizione, dopo le tante e differenti versioni esibite in questi mesi sempre ed esclusivamente a mezzo stampa.

Solo oggi e proprio grazie a questo documento, un tema così importante e delicato per il futuro del Paese e della nostra regione è approdato in Aula, la sede dove da subito sarebbe stato opportuno discuterne.

Ci tocca purtroppo rilevare che il Presidente Formigoni non ha ritenuto necessario essere presente. Un’assenza pesante, ma pressoché scontata per chi ci ha ormai abituati a preferire conferenze stampa e interviste al confronto democratico dentro l’assemblea rappresentativa dei cittadini lombardi.

Chiara Cremonesi, 23 novembre 2010

La Corte Costituzionale non dà un via libera al nucleare

Una nota di commento sulla recentissima sentenza della Corte Costituzionale in materia di rapporti stato/regioni sul nucleare

La recente sentenza della Corte Costituzionale n.331/2010  ha dichiarato  la illegittimità costituzionale delle leggi regionale della Puglia, Basilicata e Campania contro l’installazione di centrali nucleari nel proprio territorio.  Questa sentenza è stata letta in primo luogo dai mass media, ma anche da osservatori interessati (fronte governativo e industriali in primo luogo) come la sconfitta definitiva (almeno in termini giuridici) dei poteri regionali e locali sulla decisione del Governo di ripartire con il nucleare nel nostro paese.

Non è così, almeno per il momento, e con le note che seguono cercherò sinteticamente di spiegare perché.

Secondo la sentenza le suddette leggi regionali, con analoghe formule, vietano l’installazione sul territorio regionale di impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, di depositi di materiali e rifiuti radioattivi, salvo che venga previamente raggiunta un’intesa con lo Stato in merito alla localizzazione. Tali leggi regionali secondo la sentenza in esame, riproducono in parte il contenuto di analoghe norme regionali, finalizzate a precludere la presenza sul territorio di pertinenza di materiali nucleari e già oggetto di sentenze della Corte (n. 247 del 2006 e n. 62 del 2005); in altra parte, invece, se ne distinguono, poiché, rispetto alle prime, aggiungono che il divieto non ha carattere assoluto, ma recede, ove sia raggiunta l’intesa tra Stato e Regione interessata.

Sotto il profilo del rapporto materia interessata/competenze la Corte ribadisce quanto già affermato nella precedente giurisprudenza :

  • la gestione delle scorie radioattive rientra nella materia ambiente di competenza esclusiva dello stato (sentenza 62/2005)
  • gli impianti di produzione nucleare rientrano nella materia “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”, di cui all’art. 117, terzo comma, Cost. (sentenza n. 278 del 2010).

Comunque in entrambi i casi, secondo la Corte Costituzionale, la disciplina della Intesa Stato Regioni spetta allo Stato. Infatti secondo questa ultima sentenza: “ la disciplina normativa di queste forme collaborative e dell’intesa stessa, spetta al legislatore che sia titolare della competenza legislativa in materia: si tratta, vale a dire, del legislatore statale, sia laddove questi sia chiamato a dettare una disciplina esaustiva con riferimento alla tutela dell’ambiente, sia laddove la legge nazionale si debba limitare ai principi fondamentali, con riferimento all’energia. Anche in quest’ultimo caso, infatti, determinare le forme ed i modi della collaborazione, nonché le vie per superare l’eventuale stallo ingenerato dal perdurante dissenso tra le parti, caratterizza, quale principio fondamentale, l’assetto normativo vigente e le stesse opportunità di efficace conseguimento degli obiettivi prioritari, affidati dalla Costituzione alle cure del legislatore statale.”

La Corte, confermando la precedente pronuncia (sentenza 278/2010), precisa che nell’esercizio della suddetta competenza il legislatore statale deve garantire adeguate forme di coinvolgimento della Regione interessata. Conclude la Corte Costituzionale affermando che le Regioni potranno sollevare questioni di incostituzionalità su tale disciplina statale a cominciare dal recente dlgs n. 31 del 2010 nel quale andrà rinvenuta, in rapporto con la legge delega n. 99 del 2009, la vigente disciplina di realizzazione degli impianti e dei depositi,

Per capire quindi i reali poteri regionali di interdizione occorre, salvo un futuro pronunciamento specifico della Corte Costituzionale, mettere a confronto i principi che la stessa Corte Costituzionale ha stabilito in materia di disciplina statale delle Intese Stato Regioni nella materia energia (con particolare riferimento a quella nucleare) con il dlgs 31/2010 che appunto ha disciplinato la procedura di autorizzazione delle centrali nucleari prevedendo che la mancata Intesa possa essere superata con un Dpr (Decreto Presidente della Repubblica)  previa delibera del Consiglio dei Ministri.

La Corte in successive sentenze ha fissato alcuni principi in materia di Intesa  Stato Regioni nella materia energia prevedendo:

  1. che la mancata Intesa con la Regione costituisca: “ostacolo insuperabile alla conclusione del procedimento – come,  del  resto, ha riconosciuto anche l’Avvocatura dello Stato – a causa  del  particolarissimo  impatto che una struttura produttiva di questo  tipo  ha su tutta una serie di funzioni regionali relative al governo del territorio, alla tutela della salute, alla valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, al turismo, etc” (Corte Costituzionale n. 6/2004 relativa al c.d. decreto sblocca centrali)
  2. l’Intesa deve realizzarsi con la Regione territorialmente interessata e non può essere spostata in organismi diversi come la Conferenza Unificata Stato Regioni – Città  (Corte Costituzionale n. 62 del 2005 relativa alle leggi regionali in contrasto con la legislazione nazionale sul deposito nazionale per le scorie nucleari)
  3. occorre sempre la Intesa con la Regione soprattutto quando la decisione in oggetto possa avere un impatto potenziale significativo sulle competenze regionali anche in termini finanziari e sicuramente una scelta come quella di una centrale nucleare può realizzare tale impatto: basti pensare alle questione del rischio, dell’approntamento delle infrastrutture stradali, dell’organizzazione del sistema dei controlli, delle modifiche alla destinazione urbanistica dei territori interessati dal sito etc. (sentenza Corte Costituzionale 339/2009)

Ora questi principi non pare siano stati compiutamente rispettati dal dlgs 31/2010 che forse doveva essere l’atto effettivamente da impugnare da parte delle Regioni e non la legge delega 99/2009 come peraltro sottilmente la stessa sentenza della Corte Costituzionale (331/2010)  rileva nelle sue motivazioni. Infatti la Corte Costituzionale (con sentenza 278/2010 sulla legge delega per la strategia energetica nucleare) ha affermato che il potere sostitutivo dello Stato potrà “superare il vaglio di legittimità costituzionale solo in presenza di una disciplina che prefiguri un iter in cui assumano il dovuto risalto le attività concertative e di coordinamento orizzontale, ovverossia le intese, che devono essere condotte in base al principio di lealtà (sentenza n. 303 del 2003” .

Inoltre tali principi dovranno altresì essere rispettati in sede di  decisioni dei singoli siti ed impianti e questo permetterà alle Regioni un largo spazio di manovra per opporsi alla installazione delle centrali nucleari sui propri territori visto che “ la scelta dello specifico impianto da realizzare in concreto  rientra a tutti gli  effetti  nell’ambito del procedimento di autorizzazione unica retto, e per tale via si offre alla codeterminazione dell’atto da parte della Regione interessata, una volta che il legislatore delegato abbia provveduto ad introdurre la relativa intesa”. (sentenza Corte Costituzionale 278/2010).

Se a questi principi da rispettare si aggiunge quello più recente sull’impossibilità di utilizzare capitali privati consistenti per realizzare impianti energetici urgenti  e strategici (sentenza Corte Costituzionale 215/2010), possiamo dire che anche da un punto di vista giuridico la partita del nucleare sia tutt’altro che chiusa.

Marco Grondacci
Giurista ambientale

Raccolta firme alla Manifestazione nazionale CGIL

Il 27 novembre, sui treni e su ogni pullman per la Manifestazione nazionale della CGIL a Roma, saranno distribuiti, a cura delle CGIL Provinciali della Lombardia, moduli per la raccolta firme che andranno vidimati col timbro per i residenti nel comune principale.

Inoltre, a Roma c’è un impegno della CGIL nazionale a predisporre 4 gazebo per la raccolta firme, uno per la partenza dei due cortei e 2 per l’entrata a Piazza S. Giovanni.

Sarà un’ottima occasione per sensibilizzare e far firmare quante più persone possibile.

Verbale riunione CEF, 19 novembre 2010

Verbale riunione Comitato Energia Felice – Milano, 19 novembre 2010

1. Verifica raccolta firme

Agostinelli conferma che in Lombardia sono state raccolte almeno 12.000 firme accertate. CGIL in Lombardia conferma questi dati di raccolta firme: Mantova 650, Lecco 320, Varese 300, Milano 1000. Legnano, Parabiabo, Canegrate confermano 280 firme raccolte. Un Mondo senza Guerre conferma 300 firme raccolte in ottobre. Da segnalare che mancano molte firme rispetto a quelle preventivate nelle provincie di Brescia, Como Pavia e Monza. La tabella sul sito verrà continuamente aggiornata.

Il ritorno dei moduli e l’organizzazione del modulo “confezionato” per la validazione definitiva risulta più problematica. Per i moduli “mono comunali” si può andare avanti con la raccolta fino al 10 Dicembre per consegnarli completi del timbro comunale ai raccoglitori che sono in contatto con il CEF di via Borsieri 12, mentre per i moduli con firme provenienti da più comuni occorre al più presto consegnare i moduli alla CGIL (Fausto Ortelli cell. +39 3356076476) che con un programma online farà il lavoro di far arrivare dai comuni i certificati elettorali mancanti. Si può anche far confluire i moduli “misti” (pluricomunali con certificati elettorali mancanti) in Via Borsieri non oltre il 30 Novembre (data ultima utile) per farli avere “brevi manu” e a tempo a Ortelli.

Il 27 novembre, sui treni e su ogni pullman per la Manifestazione nazionale a Roma, saranno distribuiti, a cura delle CGIL Provinciali, moduli per la raccolta firme che andranno vidimati col timbro per i residenti nel comune principale e riconsegnati direttamente a Ortelli per il loro completamento.
Dal 16 al 20 dicembre è prevista la consegna dei moduli raccolti in Lombardia al Comitato Nazionale.

2. Prossime attività di raccolta firme

Sabato 20 novembre: a Luino, Brugherio, Cassano Magnago e Cologno Monzese.
Giovedì 25 Novembre alla Camera del lavoro di Milano.
Sabato 27 novembre: a Magenta organizzato da SEL (in Piazza) e a Luino.
Dal 21 al 26 e il 28 novembre: sotto i portici di San Babila (lato Corso Venezia) è previsto un presidio per la raccolta firme (dalle 15.00 alle 20.00).
Da mercoledì 24 novembre: aperitivi anti nucleari in sede (via Borsieri 12) dalle ore 18.00 alle 20.00 con raccolta firme.
Si propone una presenza per raccolte firme al Banco di Garabombo di Milano (uscita M1, Pagano).
30 novembre: raccolta firme alla riunione con Mathis Wackernagel, il responsabile mondiale di “impronta ecologica” (Cinema Auditorium San Carlo, Corso G. Matteotti 14, Milano).

3. Valutazioni sul lavoro svolto

Il Comitato ha sviluppato a una nuova “narrazione” e sinergie nuove tra associazioni, movimenti e forze politiche. Il prossimo passo è una grande manifestazione in Lombardia contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili (questa è una richiesta esplicita del Comitato Nazionale).
In seguito potrà fornire indicazioni per i programmi elettorali nei comuni lombardi che vanno al voto, avviando anche confronti con i candidati.
L’attività di formazione e informazione è supportata efficacemente dal sito. Si chiede di diffondere sempre di più le notizie presenti sul sito (www.energiafelice.it) per gli aspetti formativi, didattici e gli aggiornamenti presenti.
A partire dai prossimi mesi, sono previsti incontri di formazione (vedi progetto Cascina Cuccagna) e di approfondimento sulle tematiche energetiche.
Domenica a Lucca, si terrà un incontro nazionale degli Obiettori di coscienza, che tratterà della situazione in corso e del nostro inserimento anche nel movimento per il disarmo.

4. Raccolta fondi

L’ARCI ha dato il contributo dell’utilizzo della sala dell’ARCI Bellezza per la cena con spettacolo del 19/11; la CGIL, la federazione della Sinistra e SEL hanno dato un contributo; Agostinelli (Unaltralombardia) e Navarra (LOC) hanno versato dei fondi. C’è evidente carenza di fondi indispensabili per l’attività e solleciteremo contributi e organizzeremo iniziative di raccolta.

Un fraterno saluto.
Per il Comitato Energia Felice (CEF) Mario Agostinelli e Alfonso Navarra

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