Raccolta firme a Milano

Ogni sera, da giovedì 28 ottobre a mercoledì 3 novembre (tranne il lunedì 1/11), saranno presenti volontari del Coordinemanto lombardo Energia Felice per la raccolta firme a favore della Legge di iniziativa popolare sulle energie rinnovabili.

Presso il Teatro Ventaglio Smeraldo, Piazza XXV Aprile 10 – Milano

In occasione del Tour 2010 di Beppe Grillo.

Ci vediamo all’ingresso del Teatro e vi aspettiamo per ricevere il vostro appoggio.


Articolo da Il Fatto Quotidiano

FACCIAMO DERAGLIARE IL TRENO DEL NUCLEARE

dal Blog di Mario Agostinelli

È partito il treno del nucleare”, titolava giorni fa un giornale aziendale dell’Enel. Per la verità, più che un treno lo definirei una littorina, ma avendo il governo approntato un solo binario (non sono ammessi contradditori alla comunicazione filo-nucleare) il rischio che arrivi a destinazione traballante e con macchinisti inesperti – tipo l’ancor ambizioso Veronesi alla guida dell’Agenzia – è più che reale. Bisogna allora che ci si doti di una strategia comunicativa adeguata, sapendo che il Cavaliere farà di tutto per “convincere gli Italiani” che guardano le sue televisioni. Innanzitutto, bisogna non essere ripetitivi e non dar nulla per scontato, oltre a delineare alternative desiderabili. Così, di tanto in tanto, su questo blog riprenderò distinti argomenti su cui sembra concentrarsi la ricerca di consenso per il cosiddetto Rinascimento (!) nucleare. Oggi mi vorrei concentrare sulle ragioni politico-culturali del rilancio dell’atomo e sulla propaganda bugiarda sulla riduzione dei costi e delle bollette elettriche che ci regaleranno i megareattori francesi.

Perché mai i leader di governo occidentali che nel perdurare della crisi constatano un declino di consenso tra gli elettori, si ostinano a scaricarne i costi sui lavoratori e i pensionati, a difendere strenuamente le banche, mentre, contemporaneamente, ridanno attualità al nucleare? Vale per il tentennante Obama che sulla scia di Bush riapre all’atomo, per la Merkel che guida la svolta liberista in Europa e prolunga di 12 anni la vita dei suoi reattori, per l’impopolare e antipopolare Sarkozy che piazza all’estero, ovunque possibile, gli Epr francesi sempre più costosi. E, naturalmente, vale per il Cavaliere e i suoi sodali, che imbarcano medici, scienziati, giornalisti ed economisti per una operazione mediatica in grande stile a favore del “nucleare meno costoso e più sicuro”, che dovrebbe piazzare impianti e scorie dalla pianura padana alle coste adriatiche e tirreniche.

Chi predica tagli e rigore a senso unico e alimenta l’illusione di una crescita a dispetto della salute e dell’ambiente naturale, in realtà ha deciso di non cambiare nulla e di curare la malattia con le ricette che l’hanno provocata, prospettando un futuro che, per mantenere il dominio dei poteri attuali, comporterà più autoritarismo, più ingiustizia sociale, guasti climatici sempre maggiori. E quale tecnologia è più congeniale a questo scenario di una produzione di energia militarizzata come quella nucleare e celebrativa fino al gigantismo del modello centralizzato delle fonti fossili oggi alla frutta? Non c’è bisogno di consenso democratico, ma basta il controllo dei media per assicurare un ordine che ha nella continuità del mito della crescita e nell’immutabilità della politica economica e industriale la sua giustificazione. E qui casca l’asino. È vero che le centrali atomiche hanno un fascino simbolico ed evocano illimitata potenza, ma solo in un immaginario che non regge alla prova dei fatti. Perciò i loro sostenitori sono obbligati a manipolare e nascondere l’informazione e a fare della bugia mediatica il terreno su cui giocare la partita. Spiegare che si lavora per un prossimo nucleare sicuro significa ammettere che quello attuale non lo è. Ed equivale a impedire che si realizzi un sistema energetico già disponibile, alternativo alle infrastrutture degli affari, decentrato, rinnovabile, integrato nei cicli naturali, governato democraticamente.

Per quanto riguarda i costi, i giornali hanno dato grande evidenza a uno studio commissionato da Enel e Edf e presentato dallo Studio Ambrosetti al Forum di Cernobbio per convincerci degli effetti miracolosi del nucleare sull’economia agonizzante. Il rapporto appare francamente bugiardo, poiché fa riferimento ad alcuni studi non propriamente aggiornati per prevedere un costo di produzione nucleare pari a 60 €/MWh, quando le stime più recenti del governo statunitense (Energy Outlook 2010) indicano che nel 2020 l’elettricità nucleare (86 €/MWh) sarà più costosa dell’eolico, del gas e del carbone. Inoltre, quando si parla di mettere in linea 13 mila MW di nucleare come nel piano del Governo, significa pensare di mandare in pensione una bella fetta di centrali esistenti, visto che attualmente abbiamo il doppio delle centrali necessarie e che anche per questo il costo del MW termico è alto, non potendo sfruttare appieno la potenza degli impianti. A proposito di bolletta non è mai sufficiente ripetere che i prezzi italiani dei consumi domestici (la bolletta che ciascuno di noi riceve a casa) sono mediamente inferiori del 4% ai livelli medi europei per consumi popolari. Solo per consumi superiori (2.500-5.000 kWh) i prezzi si collocano sopra della media europea, a livello di danesi, irlandesi, austriaci e tedeschi (che il nucleare ce l’hanno). E allora, perché nella crisi in corso dovremmo desiderare che da una parte ci abbassino salari e pensioni, e dall’altra ci tolgano diritti e democrazia, facendoci anche pagare più cara la luce?

A cura di Mario Agostinelli

Evento e raccolta firme a Milano

Martedì 26 ottobre 2010ore 20.30
presso Il Negozio Civico “ChiAmaMilano” –
Largo Corsia dei Servi, 11 Milano (MM San Babila)

MARIA GRAZIA CUTULI. IL PREZZO DELLA VERITA’

di L.S. Battaglia, M.Scanni, A. Trivellini

Tre anni di ricerche, decine di interviste, un lavoro di inchiesta lungo e dettagliato. Il documentario biografico “Maria Grazia Cutuli. Il prezzo della verità”, racconta, con materiali unici e mai visti, la vita e la morte di Maria Grazia Cutuli.La Cutuli, giornalista del Corriere della Sera, è stata uccisa in Afghanistan, il 19 novembre 2001, sulla strada da Jalalabad a Kabul. Il video raccoglie le testimonianze dei colleghi, degli amici e dei familiari che hanno vissuto con la giornalista gli ultimi momenti della sua esistenza, prima della tragica morte.Il risultato è un ritratto ancora mai visto della giornalista, in un documentario che si avvale di forme diverse di linguaggio: dalla fotografia al video, fino al racconto radiofonico. “Il documentario – proseguono gli autori – mette a confronto le differenti versioni dei testimoni che hanno vissuto accanto a Maria Grazia gli ultimi drammatici momenti primadell’agguato”. Fra gli intervistati anche l’allora direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli e gli inviati Lorenzo Cremonesi e Andrea Nicastro.

Volantino 26 ottobre

Raccolta firme, domenica 24 ottobre

Domenica 24 ottobre sono previsti due appuntamenti per la raccolta di firme sulla Legge di iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”:

BUSTO GAROLFO: Piazza Lombardia, dalle ore 8.30 alle 12.00 (organizza SEL Busto Garolfo);

VARESE: Piazza De Salvo, Quartiere Bustecche, dalle ore 14.30 alle 23.00 (in occasione del Torneo di street football antirazzista e il concerto dei Nema Problema).