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ECOTASSE, CLIMA, PETROLIO E TRASPORTI

Mario Agostinelli – il Fatto Quotidiano

Adesso che alla Cop 24 di Katowice tutto è andato come purtroppo si temeva, gli abitanti del pianeta delusi – a partire dagli europei – devono abbandonare quell’apatia nei confronti del cambiamento climatico che permette ai governanti di essere sconsideratamente negazionisti e di accreditare la frottola che le misure ambientali penalizzerebbero l’economia e le fasce meno abbienti. Il governo italiano non fa che accreditare di fatto un’impostazione tanto spudorata: Matteo Salvini e Luigi Di Maio, all’ombra del loro stravagante “contratto” e di baratti rabberciati all’ultimo minuto, sviano continuamente l’attenzione dai problemi reali e dalla possibilità di far crescere una coscienza matura. È quel che sta avvenendo sul nodo della necessaria decarbonizzazione dell’economia, mentre i vicepremier duellano il mattino per rappacificarsi la sera. Come è successo per la Tap, anche sulle ecotasse sembra proibito poter discutere e confrontarsi e i problemi vengono accantonati in cambio di un disorientamento generale, che consente alla Lega di rinforzare gli steccati di un sovranismo tanto impotente quanto discriminatorio.

Senza tener conto che occorre una programmazione politica dal lungo respiro per affrontare la sfida europea e mondiale della decarbonizzazione dei trasporti, con le schermaglie su improvvisati provvedimenti fiscali per l’auto – chiamati “ecotasse” per scandalizzare Fca e allarmare qualche benpensante – si è cercato di far credere che la difesa dell’ambiente sia un lusso che devono pagare i lavoratori e i meno ricchi. Al contrario, le questioni dell’impatto sulla mobilità, sull’occupazione, sul reddito, sulla salute e sul clima del superamento del motore a scoppio (che è la vera ragione per una politica fiscale sulle motorizzazioni) merita ben altra informazione e ben altro dibattito rispetto a quello che ci viene propinato.

In questa prima nota affronto il problema della rivoluzione nel sistema dei trasporti, già in atto, per poi discutere nel prossimo post la questione della carbon tax entro cui collocare la cosiddetta ecotassa, e prendere in considerazione le ricadute sociali a essa collegate.

Che il motore a scoppio – a benzina o gasolio – non faccia bene lo sa chiunque si sia avvicinato a un tubo di scappamento. La sua massiccia diffusione nell’ambiente in cui viviamo produce sia effetti cancerogeni, dovuti principalmente a polveri sottili, sia un contributo all’aumento di temperatura dovuto alle simultanee emissioni di CO2. Dato che la mobilità, anche se porta inconvenienti alla salute, è un diritto cui difficilmente si rinuncia, programmarne il futuro è questione di natura ancor più sociale che puramente economica. Siamo di fronte a sfide inedite su cui vengono giudicati i governi, come è il caso di tutti i Paesi sviluppati e come testimonia la vicenda dei gilet gialli francesi, che ha messo in luce tutti i rischi di un intervento autoritario in materia di tasse, mobilità e tutela ambientale.

Se partiamo da considerazioni su inquinamento e clima, dobbiamo avere presente che il diesel è più pericoloso per i suoi effetti cancerogeni (anche se i veicoli a benzina sono tutt’altro che esenti da conseguenze nefaste), mentre per il clima la maggior perniciosità dei due carburanti si viene a invertire. Tutto sommato, non dà granché risultati rimpiazzare un motore a combustione con l’altro (benzina al diesel), tranne che nel traffico cittadino dove si concentrano le polveri sottili. Affidare sostanzialmente all’abbandono del diesel il superamento della crisi del binomio (auto individuale + petrolio) è ingannevole. A cominciare dal fatto che un barile di petrolio (159 litri) finito in raffineria produce vari composti fra cui, per più di metà, benzina e gasolio per autotrazione, l’una e l’altro destinati al trasporto delle persone e delle merci, con quest’ultime che viaggiano su ruote con motorizzazioni esclusivamente diesel.

Allora è il motore a combustione in generale che manifesta il suo limite, dato che per ogni litro di carburante consumato vengono emessi circa 2,5 chilogrammi di CO2 (media sommaria fra i vari tipi di carburante, Gpl e metano compresi). Non c’è dubbio che il motore a scoppio (compreso quello alimentato a metano) andrà progressivamente sostituito con altre tipologie di motorizzazioni e combustibili che non producano effetti climalteranti.

La riconversione verso l’elettrico dei veicoli su gomma è una soluzione di prospettiva. Considerando l’intero ciclo “dal pozzo alla ruota” (well to wheels), il motore elettrico (alimentato a batteria o rifornito a idrogeno con pile a combustibile) non può che essere il terminale di un sistema diffuso di trasformazione e stoccaggio di vettori (elettricità o idrogeno) prodotti da fonti rinnovabili, per non comportare effetti perniciosi sul clima. Verso la definitiva decarbonizzazione, va incentivato lo sviluppo di tecnologie che migliorino il rendimento dei motori e le loro emissioni, con la combinazione di motore a scoppio e generatore di corrente (veicoli ibridi), riorganizzando le stazioni di servizio con la disposizione di colonnine di ricarica.

Qui un’ultima ma decisiva valutazione: la congestione spaziale, lo spreco e l’accumulo di rifiuti provocata dalle auto a proprietà individuale mette un freno all’entusiasmo per la soluzione enfatizzata dell’auto elettrica a guida automatica: forse l’escamotage più accattivante con cui le case automobilistiche possono rilanciare il mercato sotto la forma di status symbol per benestanti. Il motore elettrico è sì uno sconvolgimento del panorama attuale, ma ci si deve assicurare che eventuali benefici siano condivisi da tutti e che nessuno rimanga indietro. Ma se vogliamo letteralmente sopravvivere avendo cura del pianeta, non possiamo che ridurre il consumo di mobilità su mezzi individuali. Di questo e del regime fiscale con cui accelerare la transizione tratteremo nel prossimo post.

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Referendum: le trivelle in mare vengono da lontano

dal Blog di Mario Agostinelli

logo-il fatto quotidiano 2015Nel gennaio del 1988, il manifesto pubblicava un articolo scritto da Attilio Tronconi, ricercatore della Asea Brown Boveri e dal sottoscritto, allora segretario della Cgil Lombardia contro un progetto dell’Enel per costruire una centrale off-shore da 2500 MW al largo delle coste emiliane nell’Adriatico. Questa storia delle trivelle in mare, per cui andremo a votare il 17 aprile, ha alle spalle antenati ben irresponsabili, politicamente e economicamente egemoni prima dei referendum sul nucleare e la cui eredità perdura nei governi attuali, nonostante le formali adesioni di premier e ministri agli obiettivi della recente conferenza di Parigi.

Referendum: le trivelle in mare vengono da lontano

Risottolineo oggi, con quell’articolo sottomano – e rileggendo la ripresa scandalizzata della notizia di una centrale in mare in un numero monografico de “il Mondo” del 20 febbraio del 1988 e in un servizio di Panorama del 31 gennaio 1988 – la mancanza di cura, se non la temerarietà, con cui la classe dirigente trattava l’ambiente prospiciente le spiagge allora inquinate per l’eutrofizzazione.

copertina il mondo - centrale off shore

L’allora ministro Battaglia, punto nel vivo dalla vittoria dei Sì al referendum per la cessazione del nucleare, a colpi di fiducia in Parlamento e con il placet del Cipe e del consiglio di amministrazione dell’Enel, aveva dato il via libera:
a) alla riconversione dell’impianto nucleare in costruzione a Montalto di Castro in un polo termoelettrico da ben 3300 MW,
b) alla proroga del sovrapprezzo termico sulle tariffe dell’elettricità, al fine di trasferire all’Enel alcune centinaia di miliardi di lire a titolo di risarcimento per il blocco nucleare,
c) alla riserva di ulteriori 3000 MW per nuovi impianti e ripotenziamenti di quelli esistenti.

In spregio alla partecipazione democratica e al diritto all’informazione, le decisioni sulla politica energetica venivano assunte in organismi ristretti, per rassicurare gli interessi intaccati da un referendum popolare. Non a caso, il mese prima l’Enel aveva approvato il finanziamento per 33 miliardi di lire della progettazione esecutiva di una centrale off-shore da 2500 MW al largo delle coste emiliane. La realizzazione di una centrale termoelettrica su un’isola artificiale era indicata tra le ipotesi del Piano Energetico come una soluzione da prendere in considerazione, ma solo dopo il 1995. Per il potente ministro dell’Industria c’era bisogno di “andare a mare” al più presto, ponendo la localizzazione dell’isola artificiale “nel mare Adriatico in una zona compresa fra i 10 e 30 Km, in cui possibilmente risulti presente nel corso dell’anno una foschia così da renderla invisibile dalla spiaggia”. Veniva altresì suggerita la preferenza di localizzare l’isola e il porto di rifornimento fuori dalle acque territoriali in modo da non pagare le imposte sui combustibili, l’Iva e l’imposta di fabbricazione.

Evidentemente si dava già allora per auspicabile la strada (o l’autostrada) di proliferazione di impianti di estrazione e trattamento di gas e petrolio al di là delle implicazioni che riguardano la sicurezza militare, i vincoli di spostamento dei lavoratori addetti, l’impatto ambientale, la pesca, il turismo, lontani dal controllo sociale e in grado di minimizzare (almeno alla vista) l’impatto ambientale, con controlli delegati alle sole istituzioni centrali esautorando le Regioni e le autonomie locali. Quel disegno è stato contrastato dalla coscienza popolare cresciuta durante la campagna referendaria sul nucleare, che oggi, nel caso dei fossili il governo ha voluto eludere. Sarebbe stato magari messo in cantiere, al prezzo di un restringimento della democrazia e di un accentramento dei poteri di decisione ogni volta che si profila un cambiamento della portata dell’abbandono del nucleare e, oggi, del passaggio alle rinnovabili.

Scrivemmo in quell’articolo del 1988: “Non si dà riconversione ecologica dell’economia senza più democrazia. Gli obiettivi della politica energetica vanno attuati con il concorso e il consenso della popolazione, con il contributo delle forze sociali e con il più vasto apporto delle forze intellettuali”. Quel vizio di fondo di considerare l’ambiente – e quello marino in particolare – un aspetto residuale è rimasto quasi intatto dopo quasi 30 anni in una ristretta cerchia delle classi dirigenti e il referendum di domenica ne riscopre gli enormi limiti in una prospettiva temporale che si fa sempre più stringente.

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Laudato Sì, Trivelle No

UN E-BOOK DA SCARICARE GRATUITAMENTE PER IL REFERENDUM E OLTRE

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Per cogliere l’occasione del referendum, occorre, oltre che recarsi a votare, andarci consapevoli della posta in gioco. Con questa intenzione è stato prodotto un e-book curato da Angelo Consoli e arricchito da contributi di molteplici esperienze e raccolti da più siti, oltre che da riflessioni che rappresentano culture non più ancorate al mondo dei fossili. Opera di notevole valore scientifico e culturale, che illustra una economia solare, sostenibile, digitale e circolare che già è in campo e che necessita solo di essere conosciuta e divulgata, si presenta di facile e stimolante lettura, con una riconoscibile finalità propositiva.

Si tratta di dare un punto di riferimento e sinergia  alla variegata galassia del mondo della sostenibilità,  che comprende non solo i Comitati NO TRIV e le organizzazioni ambientaliste (che non sono sufficienti a fare massa critica per arrivare al quorum), ma anche le comunità dell’energia e il mondo delle rinnovabili, banche del riuso, Gruppi di Acquisto Solidale e filiera corta in agricoltura, mobilità sostenibile, sharing economy  e economia collaborativa, consumatori consapevoli, imprese sociali ed etiche, giuristi ambientalisti. Produzioni tipiche, stampa3D, sistemi di accumulo a idrogeno, Smart grid e sensoristica, economia digitale,monete parallele, banche del tempo, mondo dell’open source e del free software, “prosumer” , gruppi e movimenti femminili e per l’eguaglianza  di genere, medici per l’ambiente, l’internet delle cose e tutto il mondo del modello economico distribuito.

Si tratta di presentare l’esistenza non solo potenziale ma anche attuale di un modello energetico alternativo ad alta intensità occupazionale in sostituzione dell’ormai superato modello fossile che invece il governo vuole portare avanti.

Questo e-book è stato messo a disposizione di tutti secondo la formula del creative Commons, (e per questo va apprezzato il coraggio visionario della Editrice Aracne) e vale la pena che venga diffuso, discusso, confutato se occorre e arricchito.

Ecco la versione definitiva scaricabile gratuitamente di “Laudato SI Trivelle NO – Manuale di Sopravvivenza per italiani che non vogliono morire fossili” qui

Clicca qui per la versione integrale 50mb

Clicca qui per la versione riassuntiva 1.83mb

Clicca qui per la Copertina 513kb

Tra i molti contributi:  Jeremy Rifkin; Livio de Santoli; Piero Lacorazza; Enzo Di Salvatore; Andrea Bo, Virginio Colmegna, Mario Agostinelli, Luca Pardi, Angelo Consoli, Rosario Trafiletti, Rosalba Giugni, Yvan Sagnet, Nicola Conenna.

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Mille piazze, un mare di Sì

IN TUTTA ITALIA TRE GIORNI DI MOBILITAZIONE PER FERMARE LE TRIVELLE IL 17 APRILE

Ci sarà un “Vota SI’ per fermare le trivelle” lungo quanto l’Italia, nell’iniziativa di mobilitazione nazionale “Mille piazze, un mare di sì” che si tiene da oggi fino a domenica. Si farà informazione di base sui contenuti del referendum, magari organizzata dagli studenti, come succede a Sondrio, oppure si andrà in carovana ciclistica a tappe come previsto tra Teramo e Pineto. Si useranno toni ironici come a Bari che dice “No alle trivelle, sì alle friselle” organizzando attività sportive e ludiche alla spiaggia Pane e Pomodoro oppure ad Arcore con la biciclettata “Pedali e pedivelle contro le trivelle!”.

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Si metteranno in luce i guai delle trivelle anche a terra a Villa d’Agri, in provincia di Potenza, dove parleranno le aziende agricole biologiche che resistono al petrolio e soprattutto a Taranto, nel flash mob che vedrà centinaia di passeggini vuoti sfilare per chiedere un altro sviluppo. A Milano ci sarà un set fotografico con sdraio e ombrelloni in “Mettici la faccia, il mare a Milano!” mentre a Napoli sarà organizzato un presidio e una catena umana “sporchi di petrolio”. E sarà un vero e proprio sì lungo 12 miglia quello che verrà tracciato con “SiPedala!”, una biciclettata dal Parco del Valentino ai Giardini della Cavallerizza Reale per sensibilizzare e invitare i torinesi a votare il 17 aprile.

A tirare la volata al referendum che si tiene tra soli 9 giorni, saranno in tutta la penisola una miriade di eventi, incontri, avvenimenti, assemblee, proiezioni di film o semplici gazebo informativi organizzati localmente e messi in rete dal Comitato nazionale “Vota Sì per fermare le trivelle”. Una marea blu, stavolta, che si mobilita per ricordare le ragioni del sì: la spinta verso un futuro energetico sostenibile, le preoccupazioni per il clima che cambia, la sicurezza del mare, la richiesta di partecipazione alle scelte di politica ambientale e anche la difesa di uno strumento, il referendum, che si vuole privare di significato sostenendo l’astensione.

“In questi soli due mesi di attività, le circa 300 organizzazioni che compongono il comitato hanno messo in movimento intelligenza e creatività per superare il percorso a ostacoli che era stato disegnato per oscurare il referendum”, dice la coordinatrice del Comitato Vota sì per fermare le trivelle Maria Maranò. “Oggi, la consapevolezza sulla consultazione e sulla sua importanza sono enormemente cresciuti. L’informazione sulla posta in gioco – quella di un paese che valorizzi le sue risorse rinnovabili invece di puntare sullo sviluppo fossile – sta arrivando ai cittadini, abbiamo solo 10 giorni di tempo per raggiungere tutti gli italiani e invitarli ad andare a votare e a votare SI contro le trivelle”.

Le iniziative organizzate di comitati locali Vota Sì per fermare le trivelle, dalle organizzazioni  ambientaliste, sportive, culturali, agricole, del lavoro, del turismo, enti locali e da gruppi di cittadini volontari che si terranno in centri piccoli e grandi di tutta Italia nel week end tra l’8 e il 10 aprile sono sul sito www.fermaletrivelle.it.

Di seguito solo alcuni degli appuntamenti:

Venerdì 8 aprile

VICENZA – Chiostri S. Corona ore 20.30, Dibattito con Roberto Ciambetti (Presidente Consiglio regionale) , Roberta Radich (Coordinamento nazionale. No Triv), Valentina Dovigo (Consigliere comunale Vicenza).

ANCONA – Visita studio della delegazione della piattaforma One Adriatic, la rete di associazioni che ha lavorato per contrastare le trivellazioni in Croazia, Slovenia, Montenegro, Albania e Bosnia Erzegovina. Conferenza stampa ore 11 presso l’Aula del mare, Largo Moro Santa Maria.

PERUGIA – Presentazione del Dossier “Sporco Petrolio” di Legambiente al Festival Internazionale del Giornalismo – ore 11 Sala Partecipazione.

AMELIA (TERNI) – “In nome del petrolio” – ore 21 sala Boccarini, piazza A. Vera Assemblea pubblica sul referendum contro le trivelle, parteciperanno: Gianni Di Mattia (Legambiente Umbria) e Francesco Fossati (Legambiente Amelia). Seguirà la proiezione del film “Nero petrolio”.

ROMA – DiStrada Festival – Largo Dino Frisullo – ex Mattatoio ORE 17 fino a domenica 10 aprile ore 24,00. Evento gratuito per bambini e famiglie sulla Strada declinata in vari modi. organizzato da Consorzio Città dell’Altra Economia

ROMA- “Il referendum del 17 aprile: le trivellazioni in mare e le ragioni per votare Sì”. Incontro-dibattito sul referendum e presentazione del documentario indipendente “Italian Offshore” – organizzata da Centro Livio Maitan.

ROSETO DEGLI ABRUZZI (TERAMO) – Reading di poesia “La Trivella”.  Via E. de Amicis, 13 alle 21

NAPOLI –  Piazza serale informativa e aperitivo a Largo Giusso

SALERNO – Concerto Referendum Vibration, circolo Arci MumbleRumble

CELLINO SAN MARCO (BRINDISI) – “Ecco perché #VOTOSÌ al referendum del 17 aprile” – Piazza Aldo Moro – 19:30-20:30 – Incontro pubblico con Daniela Spera, Coordinamento No Triv – Terra di Taranto.

CATANZARO – “La montagna e il mare per dire stop alle trivelle” – Ore 14 fino a sera, la Lega Nazionale Montagna Uisp sarà a Káulon (Monasterace Marina). Chi vuole partecipare lo può fare da terra, da mare, col treno, in auto, a piedi, in bici, in moto, in canoa e a cavallo.

PALERMO – “17 Aprile : Vota SI per un percorso verso la sostenibilità”. Alle Vecchie Stalle del Castello. Interverranno Aurelio Angelini docente universitario UNIPA, sociologia dell’ambiente e direttore UNESCO Sicilia; Mario Cicero, direttore Distretto turistico delle Madonie.

Sabato 9 aprile

IVREA –  “Bicifestazione energie pulite in movimento!” , Piazza Ottinetti dalle 15 alle 19. Appuntamento con le biciclette per percorrere l’anello della città e accogliere i ciclisti che arrivano da

Quincinetto, Piverone, Parella e Strambino. Dalle 16,30 festa, merenda, happening artistico, musica. Organizzato da Comitato “Vota SI per fermare le trivelle Eporediese”

SONDRIO – “Quello che le televisioni non dicono”, piazza Garibaldi alle 13  – Gli organi di stampa locali non parlano del referendum, lo fa un gruppo di studenti che ha realizzato un documento di approfondimento.

GENOVA – Una giornata in piazza, dalle 15,30 alle 18,30. Banchetti informativi; laboratorio sulle energie rinnovabili e su quelle esauribili; gioco “un mare di petrolio; attività con il paracadute. Performance musicale. Murales mobile “Lascia il tuo segno per fermare le trivelle”.

TAGLIO DI PO (ROVIGO) – Dibattito ore 9,30 al Museo della Bonifica Idrovora Cà Vendramin con Ilario Si-monaggio (Cgil), Roberto Ciambetti (Presidente Consiglio regionale), Gian Carlo Mantovani (Direttore Consorzio bonifica Delta Po), Luigi Lazzaro (Legambiente).

TREVISO – Dibattito    Loggia Cavalieri, Piazza Signori alle 17. Partecipano Roberto Ciambetti (Presidente. Consiglio regionale), Andrea Zanoni (consigliere regionale), Marina Salvato (Comitato Vota Sì), Fausto Poz-zobon (Legambiente), Antonio Zamboni (Slow Food Veneto), Franco Zecchinato (Aiab), Nicola Atalmi (Cgil), don Albino Bizzotto.

BOLOGNA –  Percorso di sensibilizzazione al voto del 17 aprile, tutti vestiti d’azzurro. Appuntamento alle 14.45 nei pressi della fontana del Nettuno, “Il dio del mare”, per un’azione di visibilità in gruppo. Percorso itinerante per la T (Rizzoli) accompagnato da musicanti in acustico. Biciclettata con ritrovo alle 16.30 in via Rizzoli e partenza alle 17 – arrivo in  via Orfeo in festa. Organizza Comitato Vota SI per fermare Le Trivelle di Bologna.

PERUGIA – “Mass Mob”, incursioni nell’ambito del Festival Internazionale del giornalismo piazza 4 Novembre dalle ore 11 in poi.

PESCARA – Conferenza Stramba – Flash mob nei pressi della Nave di Cascella dalle ore 11. Saranno presen-ti, tra gli altri, la Presidente di Legambiente, Rossella Muroni; il vice presidente del WWF Italia Dante Ca-serta; il comico abruzzese Germano D’Aurelio, in arte ‘Nduccio; una delegazione della piattaforma One Adriatic, che riunisce le associazioni ambientaliste di tutti i Paesi adriatici (Italia, Croazia, Slovenia, Monte-negro, Albania e Bosnia Herzegovina) e i membri del coordinamento regionale “17aprilevotasi” che orga-nizza l’event).

CHIETI – “Vota sì: pane e olio e non petrolio”: dalle 16 alle 21, assaggio, degustazione, intrattenimento, al-legria e informazioni con l’olio buono protagonista. Partecipa il gruppo musicale “Compagni di Viaggio”.

PINETO (TERAMO) – “SI Pedala. Biciclettata per il Referendum e Concerto” – Villa Filiani dalle 9,30 alle 19. Live: La scienza In Valigia, Luca Bassanese – Mercatini e artisti di Strada.

SALERNO –  Critical Mass e manifestazione sulle fonderie pisano con concerto

TARANTO – “Mai più passeggini vuoti a Taranto” – Piazzale Democrate dalle  10 alle 13 – Corteo dei passeggini vuoti verso il ponte Sant’Eligio e parata sul mare di imbarcazioni (con i rematori della Magna Grecia e del Palio).  Accompagnamento musicale (cornamusa di Roberto Shambu e musicisti del Paisiello). Organizzato da: Genitori Tarantini, WWF Taranto, Taranto Lider, Legamjonici, Coordinamento NO TRIV Terra di Taranto

VILLA D’AGRI (POTENZA) – PrimaveraBioAiab in Val d’AgrI – c. da Barricelle di Marsicovetere – Dalle 9 alle 20 un viaggio in Val d’Agri nelle aziende agricole biologiche che resistono al petrolio.

CROTONE – “STOP TRIVELLE” – Lungomare zona navale ore 10 – La Uisp Crotone, in collaborazione con altre associazioni del terzo settore, organizza una manifestazione di sensibilizzazione per la cittadinanza allestendo una serie di stand informativi, a cui si affiancherà un dibattito sul tema del referendum e si coinvolgeranno le cooperative della pesca con le loro barche per effettuare una dimostrazione in mare.

COSENZA- – Flash Mob ore 16,30 in Corso Mazzini (Municipio); ore 17,30 in via Brenta, dibattito pubblico sulle ragioni del SI al Referendum del 17 Aprile. Partecipano Stefano Ciafani, direttore Legambiente; Fran-cesco Delia del Comitato Regionale Vota SI per Fermare le Trivelle; Umberto Calabrone, Camera del Lavo-ro CGIL Cosenza; Massimo Covello, FIOM Calabria; Ciro Bacci, FIM CISL; Vincenzo Farina, Confesercenti- FIBA.
SIRACUSA – “Perché partecipare al referendum” – Centro giovanile – Viale Piersanti Mattarella, ore 18. Organizzato da Il Comitato No Triv Sicilia

PALERMO – “Veleggiata U mari un si spirtusa”, Porticciolo della Cala, ore 10. A bordo delle imbarcazioni della Lega Navale Italiana – Sezione Palermo Centro, si svolgerà una veleggiata, in collaborazione con il gruppo locale di Greenpeace, per sensibilizzare al voto contro le trivellazioni in occasione del Referendum.

AGRIGENTO – “Piazza per un mare di sì” alle ore 17, in piazza Marconi. Un flash mob in tutti i partecipanti contribuiranno con la loro attiva presenza a disegnare sulla piazza un grande VOTA SI umano. Organizzata da Comitato Agrigento “Vota SI per fermare le trivelle”

Domenica 10 aprile

MILANO – Festa del Riciclo, dalle 10 alle 19, con punto informativo sulle trivelle e set fotografico “Il mare a Milano”.

BRESCIA – Manifestazione “Basta Veleni per il diritto alla salute e al futuro”, ore 14,30 al Parco Gallo Via Ce-falonia.

VARESE –  In bici contro le trivelle, ore 11 Lago di Varese, partenza da località Schiranna.

ARCORE – “Pedali e pedivelle contro le trivelle!” a Largo Vincenzo Vela (ingresso parco Villa Borromeo). Ritrovo ore 9.

NAPOLI –  Presidio alla rotonda Diaz e catena umana con partecipanti sporchi di petrolio e striscioni sul lun-gomare con le barche.

CAMPOBASSO – Un flash mob con un mare di petrolio nero. Piazza Municipio, ore 12 organizzato dai ra-gazzi dell’UDS Molise e Legambiente Molise.

BARI- “No alle trivelle, si alle friselle” presso Spiaggia Pane e Pomodoro, ore 10. Esibizioni e competizioni sportive, dalla canoa alla barca a vela, dalla pallavolo al beach tennis. Ci sarà spazio anche per la degustazione di un prodotto tipico pugliese come le friselle. Organizzata da Comitato Uisp Bari

LICATA (AGRIGENTO) – “Arte, musica, cultura contro le trivelle” a Piazza Elena, dalle 10 alle 23. Saranno allestite mostre, proiezioni e spazi per dibattiti. Organizzata da Coordinamento referendario “Licata vota SI contro le trivelle”.

TARANTO – “Flash mob in bicicletta”, Lungomare Arsenale. In bicicletta per via Di Palma, piazza Immacolata, via D’Aquino per dire “Stop trivelle! Al referendum Voto Sì”. Organizzato da Comitato Vota Sì per fermare le trivelle di Taranto

PALERMO – “Abbracciamo il Mare, catena umana: stop alle trivelle” alla Spiaggia di Mondello (tra il lido “Ombelico del Mondo” e il Charleston), ore 10.Si potrà partecipare a un Drum Circle, segue esibizione estemporanea di Danza Africana, poi tutti i partecipanti saranno coinvolti a realizzare una catena umana lungo tutta la spiaggia al ritmo di musica dei Djembe. Organizzata da CostruiamoBeneComune Palermo e Greenpeace.

PALERMO – “Si Amo il Mare, due ruote contro le trivelle”. Partenza da Piazza Castelnuovo alle 10.30. Peda-lata nel centro storico della città e arrivo alla Cala- Oganizzata da Sicilia a Ruota Libera e Incontemporanea – Arte Attiva.

LICATA – “Licata in festa per il Si al referendum”, ore 10.30 Una giornata all’insegna dell’ informazione e della partecipazione attiva. Dibattiti , spettacoli e molto altro per la sensibilizzazione al referendum del 17 aprile. Organizza Comitato referendario Licata

MODICA – “Dobbiamo essere un mare”, ore 16, scalinata di San Pietro. Flash mob con un capo di abbiglia-mento azzurro. Organizza Legambiente Modica Circolo Melograno.

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