Tutti gli articoli di mario agostinelli

Un interessantissimo lavoro sulle comunità sociali

A questo link un interessantissimo lavoro sulle comunità sociali redatto da Marco Cavedon, un amico componente il Direttivo di Laudato Sì. Lo potete trovare e scaricare a questo link: Coltivare il sociale – un libro per chi opera nel cambiamento | L’armonia del mondo.

Si tratta di un documento in formato di libro che descrive, analizza e critica le metafore con cui si sono trattati e trattano i sistemi e le comunità sociali. Si passa dai modelli meccanici a quelli che si rifanno ai sistemi viventi, continuamente rigenerabili e proposti alla nostra attenzione come più adeguati alla realtà e più promettenti in una prospettiva futura. Lo ritengo un contributo utilissimo a comprendere più a fondo i cambiamenti profondi in corso.

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Il nucleare di Meloni e Pichetto Fratin

In allegato e sul sito del fattoonline (https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/22/nucleare-meloni-pichetto-fratin-ritardi/7998306/ ) due interventi  a firma Agostinelli- Grandi sull’imbroglio nucleare che Meloni e Pichetto Fratin vogliono regalare agli italiani che hanno votato per l’abbandono in ben due referendum.

Mario Agostinelli  Alfiero Grandi

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Nucleare, Meloni e Pichetto Fratin centralizzano le decisioni. Risultato: ritardi e scelte sbagliate

di Mario Agostinelli e Alfiero Grandi

Nel disprezzo del governo Meloni verso le altre istituzioni si intrecciano diversi obiettivi pericolosi per il funzionamento della democrazia italiana. Vengono sistematicamente ignorati i vincoli e i ruoli previsti dalla Costituzione per gli altri poteri istituzionali che hanno il dovere dei controlli sul potere esecutivo, mentre vengono disattese le leggi in vigore, evidenziando una deriva trumpiana.

E’ utile aprire una riflessione su come questa dinamica, interna agli equilibri del governo, impedisca il dispiegamento di una dialettica parlamentare e di un confronto con i movimenti e le associazioni, oltre che al necessario coinvolgimento dei cittadini. L’unico modo per gestire le diversità nella maggioranza è una centralizzazione forsennata delle decisioni, nelle mani della premier. Ne è esempio il modo di affrontare il rilancio del nucleare in Italia affidato alle esternazioni di Pichetto Fratin e di Giorgia Meloni, rilanciate da giornalisti ed “esperti” compiacenti, senza alcun confronto sul merito e sulle conseguenze che i processi di fissione atomica imporranno ai bilanci energetici, economici, sociali e ambientali del Paese, esponendo a rischio le generazioni future.

Cominciamo dai costi e dai tempi di fare resuscitare il nucleare. Pichetto Fratin ha affermato che il nucleare futuro abbatterà i costi delle bollette del 40%, valutando il prezzo attorno a 50 euro/MWh, e ha aggiunto che i tempi per la realizzazione dei “piccoli” impianti (SMR e AMR) si attesterebbe attorno al 2030. Piccoli è un eufemismo, visto che si parla di centrali fino a 300 MW: le centrali ormai dismesse (Trino, Latina, ecc.) erano al di sotto di questa soglia.

Edwin Lyman, un insigne scienziato nucleare, afferma che i reattori più piccoli produrranno elettricità più costosa di quelli più grandi, mentre un’analisi del 2023 condotta dal Natural Resources Defense Council (NRDC) negli Stati Uniti ha rilevato che il prezzo non sovvenzionato dell’elettricità prodotta dal progetto NuScale SMR in Idaho sarebbe stato di oltre 180 dollari per MWh, 6-7 volte più dei 24 dollari/MWh dell’eolico terrestre e del Ftv.

Gli SMR o i reattori avanzati AMR non saranno commercializzati prima di dieci, quindici anni perché impiegando nuovi combustibili (a partire da una percentuale di Uranio235 più alta) o nuovi cicli di raffreddamento, saranno sottoposti a procedure di approvazione inedite, più lente, sia per quanto riguarda la sicurezza che per valutare le scorie del combustibile.

I rifiuti andranno stoccati in depositi diversi rispetto a quelli riservati ai reattori oggi in funzione. Ci saranno quindi oneri e costi aggiuntivi per il loro imballaggio e smaltimento, con effetti economici rilevanti già nei trattamenti intermedi prima che vengano stoccati in un deposito geologico (in Italia siamo all’anno zero). In Italia avremmo altre scorie radioattive particolarmente pericolose senza una custodia adeguata, dato che anche il Ministro Pichetto Fratin durante l’evento “Nuove energie”, organizzato da La Stampa a Torino, ha ritenuto superati i due depositi definitivi per le scorie e ha detto di puntare sui 22 siti oggi provvisori, che così diventerebbero definitivi, con la prospettiva che i prossimi stoccaggi temporanei nascano accanto agli SMR, magari nei cortili delle aziende che ne hanno fatto richiesta!

Il Ministro dovrebbe attuare le leggi esistenti, invece si prende la responsabilità di fermare tutto sui depositi delle scorie senza neppure essere andato in Parlamento a fare approvare una nuova legge, se gli riuscirà.

C’è anche la questione dell’approvvigionamento dell’uranio. L’esperto americano Gail Tverberg ricorda che non c’è abbastanza uranio nelle miniere per tutti gli usi previsti e che la riserva delle atomiche da dismettere e riutilizzare nei reattori è ormai in esaurimento. Secondo la Cnn, il piano per la costruzione di piccoli reattori modulari avanzati prevede di utilizzare combustibile con una concentrazione di uranio 235 dal 5% al 20% che può provenire dalla Russia o dal “down-blending” delle bombe in dismissione, già consumato per l’85%.

L’ottimismo di maniera sul ricorso al nucleare è infondato. Quanto ricordato finora conferma tempi lunghi di realizzazione e quindi non ne verrà un contributo significativo al raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2050.

Il progetto di legge del governo presentato da Pichetto Fratin non è ancora arrivato in Parlamento e avrà effetti negativi sul raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 e anche per il 2050, perché il tentativo di ribaltamento delle decisioni dei due referendum (1987 e 2011) sembra servire più per nascondere i ritardi nell’investire nel fotovoltaico, nell’eolico offshore, nel geotermico, nel rafforzamento dell’idroelettrico e nei pompaggi, soluzioni indispensabili e adeguate per realizzare gli obiettivi di Parigi.

I 60 GW che dovrebbero essere realizzati in Italia sono in forte ritardo e gli errori fatti dal Ministro con il decreto sulle localizzazioni porteranno ad ulteriori ritardi. Forse il Governo Meloni-Pichetto vuole importare fossile per altre decine di anni, compiacendo Eni che ai costi ad oggi stimati gestirà tanti miliardi (200 miliardi annui x 30 anni = 6.000 miliardi!), magari sotto le spoglie del cosiddetto Piano Mattei.

La colpevole dilazione dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione si accompagna ai ritardi in una transizione energetica nella riconversione verde e digitale della nostra manifattura. La crisi dell’Ilva è anche dovuta a queste mancanze.

Un futuro nucleare per l’Italia è inquietante quando si viene a sapere che stanno ritornando in Italia da Francia, Inghilterra e Slovacchia le nostre scorie radioattive ad alta pericolosità, inviate per il riprocessamento.

In una fase di crisi industriale e di aumento della povertà, anche i costi della bolletta elettrica per famiglie e imprese devono essere affrontati. Il governo nel decreto bollette ha premiato Eni, Enel, A2A, ecc. ma ai consumatori è arrivato quasi nulla. La crescita delle rinnovabili, non quella del gas e del nucleare, serve a ridurre i prezzi dell’elettricità, tenuti alti invece dalla formazione dei prezzi sulle centrali a gas, che determinano il costo del KWh per i consumatori. Informare e mobilitare contro le scelte sbagliate di restaurazione conservatrice del governo è l’obiettivo dei prossimi mesi.

L’articolo Nucleare, Meloni e Pichetto Fratin centralizzano le decisioni. Risultato: ritardi e scelte sbagliate proviene da Il Fatto Quotidiano.

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In morte di Francesco e le 150 ore negli anni’70

In allegato una mia nota su Francesco pubblicata da Italia Libera di Igor Stagliano’ (v. anche https://italialibera.online/opinioni-commenti/la-natura-non-piu-sottoposta-a-dominio-ma-a-cura-e-conservazione-il-lascito-di-francesco-riferimento-spirituale-sociale-e-culturale/) e un breve video di ricordo delle 150 ore a Varese negli anni ’70 (v. https://www.energiafelice.it/incontro-in-ricordo-di-vittorio-capecchi/ )

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Pichetto Fratin e la confusione sul ritorno al nucleare

C’è molta confusione nel ‘ritorno al nucleare’ voluto da Pichetto Fratin

di Mario Agostinelli e Alfiero Grandi

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/26/ritorno-nucleare-sostenibile-pichetto-fratin-confusione/7962611/

 

La confusione sul ritorno all’energia elettrica prodotta da centrali nucleari è massima ma la situazione non è eccellente, come affermava Mao. Entro quest’anno è previsto il ritorno in Italia delle scorie radioattive ad alta pericolosità inviate in Francia e Gran Bretagna per essere trattate, ma l’Italia non sa dove metterle perché non ha costruito un deposito adatto per custodirle in sicurezza.

 

Il governo ha approvato il progetto di legge (v. ddl “nucleare sostenibile”) presentato dal ministro dell’Ambiente che ha l’obiettivo di regolamentare la costruzione di nuove centrali nucleari tagliando il tempo per l’approvazione dei decreti attuativi da 24 a 12 mesi. Tuttavia questa fretta si è persa per strada perché il testo del progetto di legge non è ancora stato presentato in Parlamento, creando incertezza sul suo contenuto. Il pdl è una clamorosa (meritata) sconfessione di anni di lavoro della Sogin, che non è riuscita a trovare una soluzione per lo stoccaggio delle scorie nucleari e ha causato reazioni contrarie nei territori, inoltre il governo prevede di aumentare le bollette elettriche per finanziare lo smantellamento delle centrali nucleari chiuse.

 

 

La proposta di nuove centrali nucleari è incomprensibile visto che il problema delle scorie nucleari non è stato risolto. A differenza di altri paesi come la Francia l’Italia non dispone di depositi adeguati. Il governo punta su nuove centrali più piccole – in particolare SMR e AMR – ma di queste non ci sono ancora prototipi sperimentati che abbiano dimostrato di essere affidabili e convenienti. Inoltre vengono riproposti metodi come il raffreddamento a piombo fuso abbandonato dai francesi per la sua impossibilità di gestione. Puntare su tecnologie non collaudate e senza prototipi funzionanti solleva dubbi sulla loro effettiva convenienza e sicurezza, oltre che sui costi, più del triplo rispetto alle rinnovabili.

 

Il governo spera di aggirare la sentenza 199/2012 della Corte Costituzionale che limita la possibilità di eludere l’esito dei referendum popolari e per questo accredita suggestioni che non hanno alcun fondamento, se non la speranza che nel frattempo intervengano nuove tecnologie risolutive, di cui per ora non esistono prove

 

In questa confusione, non casuale, è una certezza che l’alibi del nucleare venga usato per distrarre dai ritardi del governo sulle energie rinnovabili. Ad esempio, sulle localizzazioni sono stati decentrati dal Ministero poteri alle Regioni che stanno bloccando le decisioni di installazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, che Terna invece segnala presentate per livelli altissimi di produzione. Questo significa che ha ragione il piano 100% rinnovabili: l’Italia potrebbe produrre energia elettrica da fonti rinnovabili a costi molto inferiori, anzitutto usando gli spazi che non creano problemi (7% della superficie nazionale) come tetti e aree abbandonate per il fotovoltaico e investendo nell’idroelettrico, nel geotermico e in tante altre fonti possibili, approvando definitivamente il progetto per l’eolico in mare a 30 km dalla costa per Civitavecchia, un apripista, che giustificherebbe ancor di più la chiusura della centrale a carbone.

 

Il sospetto è che il governo speri nella possibilità di continuare ad usare il gas, magari quello russo a basso costo se la guerra finisse – oltre a quello importato dagli Usa – per produrre energia elettrica con buona pace del cambiamento climatico che sta causando disastri nel nostro paese.

 

Addirittura, il governo sta ritardando scelte in materia di energie alternative per i trasporti, usando elettrificazione e idrogeno, perché l’ideologia della destra prevede che occorra rivedere le scelte del Green Deal che porteranno altri disastri, a partire da un ritardo dell’Italia e da un’egemonia cinese nelle auto elettriche come è già avvenuto per i pannelli solari. Si favoriscono così interessi economici e politici che non hanno a cuore la sostenibilità ambientale e il benessere a lungo termine del paese e del clima. Una colpevole disattenzione riguarda anche gli accumuli con sistemi misti di idroelettrico e batterie corroborati da risparmio ed efficienza, oltre a investimenti nelle reti di trasporto dell’energia, ad esempio allestendo gigafactory per l’accumulo, come per i pannelli solari.

 

 L’idea di centrali nucleari “fai da te” pone due questioni serissime. Innanzitutto, l’esigenza di un controllo pubblico sulla risorsa energia per programmare, selezionare, creare eccellenze di produzione anche manifatturiere che rafforzino l’alternativa delle rinnovabili, visto che, invece, la reazione delle popolazioni nei territori coinvolti da insediamenti di centrali nucleari diffuse non potrà che essere negativa. La seconda è la sicurezza degli impianti. In Ucraina le centrali nucleari sono un incubo perché sono state sottoposte ad attacchi militari con rischi gravissimi. In questo clima di guerra vogliamo sul serio aggiungere il pericolo di rischi legati a guerre, attentati, incidenti?

 

Questo governo pensa seriamente di disseminare decine e decine di “piccole” centrali nel territorio creando incubi ai cittadini delle aree contigue agli insediamenti?

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