REDDITO MINIMO: APPELLO AL PARLAMENTO

Reddito minimo: appello al Parlamento

Come cittadini ci rivolgiamo al Parlamento che ci rappresenta. Amiamo il nostro paese, vorremmo una società giusta e solidale. Non è quella che ci circonda. Nella Repubblica fondata sul lavoro il tasso di disoccupazione ufficiale (ben superiore è quella reale) a gennaio 2015 era pari al 12,6 %, quella dei giovani tra i 15 e i 24 anni è in Calabria al 56,1% , in Basilicata al 55,1% e in Sardegna al % 54,2 ( dati istat del 2013), al 41,4% per le donne, di 2,4 punti superiore a quella degli uomini.

Come ignorare che in quelle terre del Sud un giovane su due non ha lavoro, non ha futuro? Nel Mezzogiorno è quasi 5 volte superiore al resto del paese. Non sono numeri, fredde percentuali, sono sofferenze esistenziali, di persone reali private di diritti e di ogni possibile strategia di vita. Per loro sono abrogati gli articoli della Costituzione: 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale… E’ compito della Repubblica (cioè vostro, di voi parlamentari che fate le leggi) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo delle persona umana…” e 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Come è possibile ignorare questa drammatica realtà, rimuoverla .

Come non vedere, non sentire quanto grava sulla coscienza di tutti noi (e vostra che fate le leggi e del governo) il dramma della povertà, che è la conseguenza della disoccupazione?
E’ a rischio povertà (dati Istat del 2013) il 28,4 % della popolazione. Il 12,6% era i condizioni di povertà relativa (10 milioni e 48 mila) e 9,9 % (6milioni e 200mila) assoluta. Cresce la speranza di vita, ma declina la speranza di pensione. Che vita sarà?
Per loro non c’è democrazia, se non c’è per loro, non c’è per nessuno. Per loro non c’è Costituzione. Non c’è libertà se non c’è libertà dal bisogno. E non c’è dignità.

Noi, cittadini, non vogliamo tacere, non vogliamo girare lo sguardo altrove, noi sappiamo che l ‘indifferenza è complicità. Non vogliamo essere complici della crisi della democrazia e della convivenza civile, del tradimento dei valori della Costituzione.
Per questo ci rivolgiamo a voi, che fate le leggi. Leggi che dovrebbero a tutti garantire vita dignitosa e libera. Leggi che non ci sono, perché domina la dura legge dell’oligarchia delle multinazionali e del mercato, che rafforza privilegi e cancella i diritti. Leggi, che invece, come proposte, ci sono, nascoste nei polverosi cassetti di Camera e Senato.

Sono le proposte di legge per garantire sussistenza dignitosa a chi è in attesa del lavoro. Le hanno espresse forze sociali e politiche che con partecipazione civile sentono proprie le difficoltà di una parte tanto vasta della popolazione, del nostro paese. E’ stata presentata una legge di iniziativa popolare, oltre 100 mila firme, per il reddito minimo garantito (raccolsero le firme il Prc, Sel , la Fiom e altre forze) , senza nessun riscontro vostro, che ci rappresentate. Il Movimento 5 stelle ha presentato una legge dal titolo “Reddito di cittadinanza (“riguarda 10 milioni di cittadini sotto la soglia di povertà. Libera l’Italia dal voto di scambio. Non è una misura assistenzialista. In 3 anni formiamo il cittadino. E se rifiuta 3 proposte di lavoro, perde il reddito.” Di Maio, vice presidente della Camera). Anche SEL ha presentato una legge. SEL e M5S hanno inoltre avviato un confronto sulle rispettive proposte orientato alla convergenza con la proposta di Libera, segno assai positivo di superamento delle divisioni tanto frequenti in passato.
La Fiom ha elaborato una proposta che rilancia il valore del lavoro, contrasta la precarietà, tende a ricomporre unità tra chi non ha lavoro e tra lavoratori e lavoratrici. La proposta di Libera si colloca all’interno di una campagna contro la povertà e si propone di introdurre “la misura del reddito minimo, in quanto misura di intervento sociale pro attiva.”
Analogo impegno su questo terreno è espresso da esponenti della minoranza PD. E molte altre forze sociali e politiche sostengono questo obiettivo. Ciò che manca è la volontà del Parlamento di affrontare questo ordine di problemi.

A voi ci rivolgiamo, a voi che dovreste fare buone leggi, chiedendo che le proposte nel merito vengano discusse, confrontate e venga finalmente varata una legge che dia soluzione a questo dramma, il più grave tra tutti, che sta scuotendo le fondamenta stesse della tenuta sociale ed erode la democrazia. E’ vostro compito, eletti dal popolo, “adempiere con disciplina ed onore… alle funzioni pubbliche che vi sono state affidate “(art. 54) nel rispetto della Costituzione. Noi non vogliamo tacere, e voi ? I valori della dignità della persona e dell’eguaglianza sono i cardini della Costituzione. Fate che siano rispettati e non traditi. Fate una buona legge, voi che fate le leggi.

Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Roberto Biorcio, Franco Calamida, Paolo Cagna Ninchi, Mattia Calise, Anna Camposampiero, Beppe Caravita , Luciana Castellina, Luigi Ferrajoli, Dario Fo, Francesco Forcolini, Massimo Gatti, Luca Gibillini, Giulio Leghissa, Emilio Molinari, Dijana Pavlovic, Silvano Piccardi, Paolo Pinardi, Matteo Prencipe, Anita Sonego, Guglielmo Ragozzino, Basilio Rizzo, Erica Rodari.

Per adesioni, collettive o individuali : redditoedeguaglianza@gmail.com

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